Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34567 del 7 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:34567PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere valutato dal giudice sulla base di circostanze di fatto concrete e specifiche, che indichino la probabilità della commissione di ulteriori fatti illeciti da parte dell'indagato, senza poter desumere tale pericolo unicamente dalle modalità e circostanze del fatto per cui si procede. Il giudizio sulla personalità dell'indagato, ai fini della prognosi di recidiva, deve tenere conto di tutti gli elementi indicati dall'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., senza limitarsi a considerare esclusivamente le modalità e circostanze del reato contestato. Inoltre, il giudice deve valutare l'incidenza di eventuali cause di estinzione o diminuzione della pena, come l'indulto, ai fini della proporzionalità della misura cautelare rispetto alla sanzione potenzialmente irrogabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RENZO Michele - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Sc. Pa. , nato il (OMESSO);

Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

Udita la relazione svolta dal consigliere dott. ((omissis)) e sentito il Pubblico Ministero, dott. PASSACANTANDO Guglielmo, che ha chiesto la declaratoria d'inammissibilita' del ricorso.

la Corte osserva:

MOTIVI DELLA DECISIONE

In data 20 gennaio 2009 il G.I.P. di Palermo applicava a Sc. Pa. la misura ca…

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