Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36766 del 24 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:36766PEN

Massima

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Il giudice può disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un indagato per reati associativi di contraffazione, commercio e ricettazione di capi di abbigliamento contraffatti, qualora sussistano gravi indizi di colpevolezza desumibili dalle intercettazioni telefoniche e il pericolo concreto di reiterazione del reato, nonostante l'indagato abbia interrotto i rapporti con l'associazione da tempo, in quanto la gravità dei fatti, la loro reiterazione e la capillare organizzazione posta in essere rendono attuale il pericolo di recidiva specifica, che può essere scongiurato solo con l'adozione della misura cautelare. Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve motivare in modo adeguato e logico, senza che sia sufficiente il mero riferimento alla localizzazione temporale delle conversazioni intercettate, non essendo tale elemento univocamente sintomatico della recisione del vincolo associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 8830/2011 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 06/12/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. NICOLA MILO;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza;

Udito il difensore non e' comparso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Napoli, con ordinanza del 6 dicembre 2011, decid…

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