Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12735 del 5 aprile 2022

ECLI:IT:CASS:2022:12735PEN

Massima

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Il riconoscimento della continuazione tra il reato associativo di cui all'art. 416-bis c.p. e i reati-fine rientranti nell'oggetto sociale del sodalizio criminoso è subordinato alla sussistenza di precisi indici che connotino tali reati come ricollegabili all'unitaria e originaria programmazione criminosa, essendo esclusi i reati che, pur rientrando genericamente nel programma associativo, si definiscono nel corso del rapporto associativo in relazione a circostanze ed eventi contingenti e occasionali non originariamente prevedibili. Pertanto, non è configurabile la continuazione tra il reato associativo e un reato-fine, come la tentata estorsione aggravata, che sia stato commesso a distanza di molti anni dall'adesione associativa, in assenza di elementi concreti che dimostrino la sua programmazione ab origine unitamente al delitto associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - rel. Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 02/03/2021 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere LIUNI TERESA;
lette le conclusioni del Procuratore generale, EPIDENDIO TOMASO, il quale ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 2/3/2021 la Corte di appello di Reggio Calabria - in funzione di giudice dell'esecuzione - ha dichiarato inammissibile l'istanza di continuazione prop…

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