Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nei contratti di appalto pubblico stipulati dalla pubblica amministrazione con il sistema dell'asta pubblica o della licitazione privata, anteriormente all'entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 163 del 2006, il processo verbale di aggiudicazione definitiva equivale, per ogni effetto legale, al contratto, in applicazione del Regio Decreto n. 2440 del 1923, articolo 16, norma speciale non abrogata dalla successiva disciplina di settore, come il Decreto del Presidente della Repubblica n. 554 del 1999, che pur richiedendo la forma scritta del contratto non ha determinato la tacita abrogazione della citata norma del 1923. Pertanto, la mancata stipulazione del contratto scritto entro il termine di 60 giorni dall'aggiudicazione definitiva non legittima il recesso dell'impresa aggiudicataria ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 554 del 1999, articolo 109, comma 4, atteso che il vincolo contrattuale si è già perfezionato con l'aggiudicazione definitiva, la quale equivale al contratto con forza immediatamente vincolante anche per la pubblica amministrazione appaltante. Ne consegue che la decisione di quest'ultima di sciogliersi dal vincolo dopo l'aggiudicazione stessa integra un recesso contrattuale di natura civilistica, spettante alla cognizione del giudice ordinario.