Il giudice può dichiarare la nullità della richiesta di rinvio a giudizio qualora accerti che al difensore non sia stato comunicato l'avviso di deposito dell'esito delle ulteriori indagini compiute ai sensi dell'art. 415-bis, comma 3, c.p.p., in quanto tale omissione comporta la mancata assunzione dell'interrogatorio dell'imputato. Tuttavia, tale provvedimento di nullità non è inquadrabile nella categoria dell'abnormità, in quanto espressione di un potere riconosciuto al giudice dall'ordinamento, pur potendo essere tecnicamente errato. Pertanto, il provvedimento di nullità non è immediatamente ricorribile per cassazione, in quanto non realizza una regressione indebita del processo né una irrimediabile stasi dello stesso, essendo rimedi esperibili quelli previsti dalla disciplina ordinaria delle impugnazioni. Il principio di tassatività dei mezzi di impugnazione, sancito dall'art. 568 c.p.p., impone di circoscrivere la categoria dell'abnormità ai soli casi in cui l'ordinamento non appresti altri rimedi idonei a rimuovere il provvedimento giudiziale, che sia frutto di sviamento di potere e fonte di un pregiudizio altrimenti insanabile per le situazioni soggettive delle parti.