Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40391 del 31 ottobre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:40391PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, una volta revocato per scadenza dei termini, non consente più all'indagato di ottenere una pronuncia sulla legittimità del provvedimento stesso, in quanto l'interesse a impugnare viene meno. Ciò in quanto il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione riguarda esclusivamente il difetto di motivazione sul fumus commissi delicti, non potendosi pronunciare sulla mancanza di indizi di colpevolezza. Pertanto, l'indagato deve rappresentare in modo concreto ed attuale il proprio interesse all'impugnazione, ad esempio in funzione della futura richiesta di equa riparazione per ingiusta detenzione, non potendosi presumere tale interesse. In assenza di una specifica deduzione dell'interesse, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. OLIVA Bruno - Consigliere

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MARTELLA Ilario - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PA. HA., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 02/04/2007 TRIB. LIBERTA' di CATANIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. MARTELLA ILARIO SALVATORE;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)) di declaratoria di inammissibilita' per sopravvenuta carenza di interessi;

sentito il difensore avv. LIPERA Giuseppe.

RITENUTO IN FATTO

che PA. Ha. ricorre contro l'ordinanza in epigrafe indicata, con la quale e' stata rigettat…

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