Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43398 del 28 ottobre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:43398PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. sussiste quando un gruppo criminale, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, è finalizzato alla commissione di una serie indeterminata di delitti contro la persona, il patrimonio e l'ordine pubblico, nonché all'acquisizione, in modo diretto o indiretto, del controllo di attività economiche, di appalti e servizi pubblici e alla realizzazione di profitti o vantaggi ingiusti. L'appartenenza all'associazione mafiosa può essere desunta da una pluralità di elementi probatori, quali le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, le intercettazioni telefoniche e ambientali, i contatti e le frequentazioni con soggetti già riconosciuti affiliati all'organizzazione criminale, nonché dalla condotta tenuta dall'imputato nell'esercizio di attività economiche e imprenditoriali. La continuità operativa dell'associazione mafiosa può essere dimostrata anche attraverso il richiamo a precedenti sentenze passate in giudicato che ne abbiano accertato l'esistenza e l'operatività in un determinato territorio, purché vi siano elementi concreti che ne comprovino la perdurante attività. L'aggravante dell'associazione armata di cui al comma 4 dell'art. 416-bis c.p. può essere riconosciuta sulla base di elementi indiziari, senza necessità di una prova diretta del possesso di armi da parte degli associati. Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso di cui all'art. 629 c.p. si configura quando la minaccia è posta in essere da soggetti appartenenti ad un'associazione mafiosa, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, al fine di agevolare l'attività dell'associazione stessa. La valutazione della sussistenza di tali elementi è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 663/2013 della Corte d'appello di Catania, 3 sezione penale, del 19.02.2014;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Margherita B. Taddei;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott. ROMANO Giulio che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;
Udito …

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