Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26589 del 2 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:26589PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la legittimità di un provvedimento cautelare, deve verificare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, senza entrare nel merito della valutazione probatoria compiuta dal giudice di merito, la quale è insindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata secondo i criteri della logica e delle massime di esperienza. In particolare, il requisito dei gravi indizi di colpevolezza non va inteso in senso probatorio, come valutazione del fondamento dell'accusa, ma come vaglio di particolare serietà delle ipotesi delittuose configurate, che non devono risultare meramente ipotetiche, richiedendosi una ricognizione sommaria degli elementi dai quali sia dato desumere la probabilità dell'avvenuta consumazione di un reato. Quanto alle esigenze cautelari, il giudice di merito può legittimamente ritenere sussistente il pericolo di reiterazione del reato, di inquinamento probatorio o di fuga, anche sulla base di una valutazione complessiva della condotta dell'indagato e del suo inserimento in un contesto criminale articolato e ramificato, senza che tale valutazione possa essere sindacata in sede di legittimità se adeguatamente motivata. Inoltre, il requisito dell'inidoneità o insufficienza degli impianti installati presso la Procura, che legittima il ricorso ad impianti esterni per le intercettazioni, deve essere valutato non in astratto, ma con riguardo alle concrete ed obiettive caratteristiche dell'indagine, come il coordinamento immediato di molti investigatori sparsi sul territorio e l'uso contestuale di numerose linee telefoniche e apparecchiature radio. Infine, la motivazione dei decreti autorizzativi del giudice per le indagini preliminari può ritenersi adeguata anche per relationem, attraverso il richiamo alle richieste del pubblico ministero e alle relazioni di servizio della polizia giudiziaria, purché tali atti siano stati presi in esame e fatti propri dal giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SA. Gi., nato a (OMESSO);

LU. An., nate a (OMESSO);

L'. Co., nato a (OMESSO);

DE. PO. Ca., nato a (OMESSO);

GI. Pi., nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza 14 gennaio 2008 del Tribunale del riesame di Taranto, che ha rigettato i ricorsi proposti dagli indagati contro l'ordinanza emessa dal G.I.P. di in data 13 dicembre 2007, con la quale veniva applicata nei confronti di De. Po…

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