Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37219 del 26 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:37219PEN

Massima

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Il danneggiamento di beni altrui realizzato nel corso di una condotta violenta e aggressiva, tale da cagionare lesioni personali, integra il delitto di danneggiamento aggravato di cui all'art. 635, comma 2, c.p., reato perseguibile d'ufficio e non soggetto a remissione di querela. In tali casi, il giudice di pace è incompetente per materia, essendo la competenza attribuita al tribunale. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il danneggiamento di beni altrui, quando realizzato in occasione di una condotta violenta che ha cagionato lesioni personali, non può essere ricondotto al più lieve reato di danneggiamento semplice, ma integra il più grave delitto di danneggiamento aggravato, per il quale è prevista la procedibilità d'ufficio e la competenza del tribunale. Tale qualificazione giuridica del fatto impedisce l'estinzione del reato per remissione di querela e impone la trasmissione degli atti all'autorità giudiziaria competente per il prosieguo del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - rel. Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI ANCONA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/10/2015 del GIUDICE DI PACE di MACERATA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CATERINA MAZZITELLI;
IL PROC. GEN. CONCLUDE PER L'ANNULLAMENTO CON RINVIO con riferimento alla condanna per l'articolo 635 c.p.;
Il Procuratore Generale, nella persona del Sost. Proc. Gen. dot…

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