La norma che subordina la sospensione condizionale della pena all'espletamento di specifici percorsi di recupero non può essere applicata retroattivamente a fatti commessi prima della sua entrata in vigore, in quanto ciò determinerebbe un trattamento sanzionatorio più sfavorevole per l'imputato, in violazione del principio di irretroattività della legge penale più severa sancito dall'articolo 25, comma 2, della Costituzione. La sospensione condizionale della pena, infatti, prima della modifica legislativa, era rimessa alla discrezionale valutazione prognostica del giudice in ordine al successivo comportamento del soggetto, senza l'imposizione di obblighi aggiuntivi. L'applicazione retroattiva della nuova disciplina, che subordina la sospensione condizionale all'espletamento di una prestazione personale da parte del condannato, incide illegittimamente sul trattamento sanzionatorio, determinando una situazione di maggior afflittività in violazione del divieto di applicazione retroattiva della legge penale più sfavorevole.