Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19642 del 18 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:19642PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante minaccia di un male ingiusto, coarta la volontà della persona offesa inducendola a soddisfare richieste economiche non supportate da alcun diritto azionabile in giudizio, a differenza del delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni che presuppone invece la titolarità di una pretesa legittima, ancorché fatta valere con modalità non consentite dalla legge. Pertanto, ai fini della distinzione tra i due reati, non rileva l'intensità della condotta intimidatoria, bensì l'effettiva sussistenza di una pretesa giuridicamente fondata in capo all'agente, la cui mancanza determina la configurabilità del delitto di estorsione. In tal caso, la Corte di Cassazione ritiene inammissibile il ricorso avverso la sentenza di condanna per estorsione, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. PACILLI G.A.R. - rel. Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3199/2019 emessa dalla Corte d'Appello di Milano il 23 aprile 2019;
Visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
Udita nella pubblica udienza del 23 marzo 2021 la relazione fatta dal Consigliere Giuseppina Anna Rosaria Pacilli;
Letta la requisitoria scritta, presentata ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, dal Sostituto Procuratore Generale in persona di Delia Cardia, che ha chiesto di rigettare il ricorso.
R…

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