Le controversie sui piani di bacino per l'assetto idrogeologico, in quanto atti di pianificazione con incidenza sul regime del demanio idrico e delle acque pubbliche, rientrano nella giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, ai sensi dell'art. 143, comma 1, del R.D. n. 1775 del 1933, e non nella giurisdizione del Giudice Amministrativo. Pertanto, la definizione di tali controversie è devoluta alla cognizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, in applicazione dell'art. 11 del Codice del Processo Amministrativo, dell'art. 59 della Legge n. 69 del 2009 e del consolidato orientamento giurisprudenziale (Corte Cost. n. 77 del 2007, TAR Abruzzo n. 44 del 2009 e n. 72 del 2018, TAR Campania-Salerno, I, n. 1478 del 2013). Il Giudice Amministrativo, in presenza di tali controversie, deve dichiarare l'inammissibilità del ricorso per difetto di giurisdizione, rinviando le parti alla competente Autorità giurisdizionale. La ripartizione della giurisdizione tra Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche e Giudice Amministrativo risponde all'esigenza di assicurare una trattazione unitaria e specialistica delle questioni attinenti al demanio idrico e alle acque pubbliche, in considerazione della loro rilevanza strategica per la tutela dell'ambiente e dell'assetto idrogeologico del territorio. Tale riparto di competenze, consolidato nella giurisprudenza, garantisce una più efficace ed uniforme applicazione della normativa di settore, evitando frammentazioni e disarmonie interpretative.