Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36686 del 24 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:36686PEN

Massima

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Il possesso di documenti falsi, anche se non accompagnato dalla condotta di contraffazione, integra il reato di cui all'art. 497-bis, comma 1, c.p., purché tale possesso sia idoneo a trarre in inganno la pubblica fede. La riqualificazione del fatto in tale fattispecie, operata dal giudice di appello in assenza di una specifica contestazione da parte del pubblico ministero, non determina una violazione del principio di correlazione tra imputazione e sentenza, a condizione che il diritto di difesa dell'imputato non sia stato in alcun modo compromesso e che la nuova definizione giuridica fosse nota o comunque prevedibile per l'imputato. Ai fini della configurabilità del reato di falso, la punibilità è esclusa solo nel caso di una grossolana falsificazione, immediatamente riconoscibile da chiunque; pertanto, il carattere "non sofisticato" della falsificazione, ove non si traduca in una manifesta evidenza del falso, non è sufficiente a escludere la rilevanza penale della condotta. La mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, così come il diniego della sospensione condizionale della pena, sono rimessi alla valutazione discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione è insindacabile in cassazione, salvo i casi di manifesta illogicità o travisamento dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/05/2015 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/04/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIUSEPPE DE MARZO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. CORASANITI GIUSEPPE che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Per quanto ancora rileva, con sentenza del 19/05/2015 la Corte d'appello di Brescia, in riforma della …

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