Il dipendente pubblico incaricato della direzione dei lavori in un appalto pubblico non ha diritto a un compenso aggiuntivo rispetto alla retribuzione onnicomprensiva prevista per il suo ruolo, salvo espressa previsione contrattuale o autorizzazione dell'amministrazione di appartenenza. L'attività di direzione dei lavori rientra infatti nei compiti istituzionali del pubblico dipendente e non dà luogo a un rapporto contrattuale autonomo che legittimi la pretesa di un compenso ulteriore. Ciò vale anche quando il contratto di appalto non preveda espressamente il soggetto obbligato al pagamento del compenso del direttore dei lavori, in quanto tale attività deve essere svolta da un funzionario pubblico secondo la disciplina generale sui lavori pubblici, senza che ciò comporti un obbligo solidale tra amministrazione e impresa appaltatrice di corrispondere il relativo compenso. L'amministrazione può tuttavia, a sua discrezione, riconoscere un compenso aggiuntivo al dipendente per tale attività, ma tale facoltà non implica un diritto del dipendente a pretendere il pagamento, in assenza di una specifica previsione contrattuale o autorizzazione.