Il falso materiale commesso mediante l'alterazione di un assegno bancario, pur non essendo accompagnato da un'induzione in errore della parte lesa, integra comunque il reato di falsità in scrittura privata, il cui termine di prescrizione, ai sensi dell'art. 157 c.p. previgente, è di sette anni e sei mesi. Tuttavia, qualora tale termine sia ampiamente decorso al momento della pronuncia della sentenza, il reato deve essere dichiarato estinto per prescrizione, senza che sia necessario procedere all'accertamento di ulteriori elementi costitutivi del reato o all'applicazione di una pena. Ciò in quanto la prescrizione, una volta maturata, determina l'estinzione del reato, indipendentemente dalla valutazione del merito della vicenda e dalla responsabilità dell'imputato. In tali casi, pertanto, la Corte di Cassazione è tenuta ad annullare senza rinvio la sentenza impugnata, in applicazione del principio di diritto secondo cui il decorso del termine prescrizionale comporta l'estinzione del reato, a prescindere da ogni altra considerazione sulla fondatezza dell'imputazione.