Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22371 del 4 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22371PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso mediante attestazione di fatti non veritieri in una domanda di permesso di soggiorno, pur se successivamente esclusi ai fini del rilascio del permesso, integra comunque il reato di cui all'art. 483 c.p., in quanto il reato si perfeziona con la produzione del documento falso, a prescindere dalla sua efficacia probatoria o dalla sua idoneità a trarre in inganno l'amministrazione. Pertanto, l'esclusione del requisito della presenza in Italia al momento della domanda, sopravvenuta rispetto alla condotta delittuosa, non determina l'abolitio criminis, essendo irrilevante ai fini della consumazione del reato la circostanza che il falso non abbia influito sull'esito della procedura amministrativa. Il pubblico ministero, inoltre, conserva il diritto di impugnare la sentenza di proscioglimento, in quanto la declaratoria di incostituzionalità della normativa che ne precludeva l'appello esplica effetti retroattivi sulle situazioni non ancora definite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di ROMA;

nei confronti di:

1) RA. SA., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 28/05/2004 TRIBUNALE di LATINA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DIDONE ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CIAMPOLI L., che ha concluso pe…

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