Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43483 del 17 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:43483PEN

Massima

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La minaccia di un male grave ed ingiusto, anche se non concretamente realizzata, integra il reato di minaccia aggravata ai sensi dell'art. 612 c.p. comma 2, qualora la condotta sia oggettivamente idonea a ingenerare turbamento e timore nel soggetto passivo, indipendentemente dall'effettiva intimidazione subita. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la minaccia sia esplicitamente formulata, essendo sufficiente che la condotta tenuta dall'agente sia percepita dalla vittima come una minaccia di un male futuro, grave ed ingiusto. La valutazione della gravità della minaccia deve essere effettuata sulla base di un giudizio di prognosi postuma, tenendo conto delle circostanze oggettive e soggettive del caso concreto, senza che rilevi l'effettiva capacità dell'agente di realizzare la minaccia. Inoltre, il turbamento psichico della vittima, ove accertato, costituisce un ulteriore elemento a sostegno della gravità della minaccia, senza che sia necessario che questa abbia determinato un concreto pericolo per l'incolumità della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. BRUNO Paolo A. - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Palermo del 28 maggio 2013;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione del Consigliere Dr. Paolo Antonio BRUNO;

sentito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Gaeta Pietro, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) era chiamato a rispondere, innanzi al Tribunale di Trapan…

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