Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19883 del 9 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:19883PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali nei confronti di soggetti indiziati di appartenenza ad associazione di tipo mafioso richiede un accertamento specifico e concreto dell'attualità della pericolosità, da valutarsi alla luce di una pluralità di elementi indicativi, quali il livello di coinvolgimento pregresso del proposto nelle attività del gruppo criminale, la tendenza del gruppo a mantenere intatta la sua capacità operativa nonostante le mutevoli composizioni soggettive, nonché l'eventuale manifestazione da parte del proposto di comportamenti denotanti l'abbandono delle logiche criminali in precedenza condivise. La mera appartenenza storica al sodalizio mafioso, pur se accertata con sentenza definitiva, non è di per sé sufficiente a giustificare l'applicazione della misura di prevenzione, essendo necessario un puntuale accertamento della persistenza e attualità della pericolosità sociale del proposto al momento dell'adozione del provvedimento, anche in considerazione del decorso del tempo e di eventuali mutamenti intervenuti nella sua condizione personale e di vita. Il giudice è pertanto tenuto a motivare in modo esaustivo e congruo sulla sussistenza di tali elementi, senza poter fare affidamento su mere presunzioni di pericolosità, dovendo invece valorizzare tutti i dati fattuali rilevanti ai fini della valutazione della persistente e attuale pericolosità sociale del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. CIANFROCCA Pierluig - rel. Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
contro il decreto della Corte di Appello di Palermo del 5.10-16.11.2018;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CIANFROCCA Pierluigi;
letta la requisitoria della Procura Generale, a firma del sost. Proc. Gen. Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Appello di Palermo, con il d…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.