Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 8592 del 2016

ECLI:IT:TARLAZ:2016:8592SENT

Massima

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Il giudice amministrativo, nell'ambito di un giudizio di ottemperanza, è tenuto a dichiarare improcedibile il ricorso qualora, nel corso del giudizio, sia intervenuta la cessazione della materia del contendere a seguito dell'adempimento spontaneo da parte della pubblica amministrazione dell'obbligo derivante dal giudicato. In tali casi, il giudice condanna le amministrazioni resistenti al pagamento delle spese di lite in favore del ricorrente, in considerazione del riconoscimento della debenza delle somme richieste in via di ottemperanza. Il principio di diritto affermato mira a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale, assicurando l'esecuzione del giudicato amministrativo anche attraverso il rimborso delle spese processuali sostenute dal ricorrente, quale conseguenza del comportamento collaborativo e riparatorio della pubblica amministrazione. Tale orientamento giurisprudenziale si pone in linea con il principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato e con l'esigenza di assicurare l'attuazione del giudicato, quale espressione del diritto fondamentale alla tutela giurisdizionale effettiva.

Sentenza completa

N. 06767/2014
REG.RIC.

N. 08592/2016 REG.PROV.COLL.

N. 06767/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6767 del 2014, proposto da:
((omissis)), rappresentato e difeso dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso Studio Legale Abbamonte in Roma, via Terenzio, 7, come da procura in atti;

contro

Seconda Università degli Studi di Napoli in persona del Rettore p.t., Ministero dell'Istruzione dell'Universita' e della Ricerca in persona del Ministro p.t., rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato presso cui domiciliano in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per ottenere l’esecuzione del giudicato sulla sentenza n. 2030/10 del Tar Lazio sezione terza

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