Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10320 del 15 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:10320PEN

Massima

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Il superiore gerarchico, nell'ambito dei suoi poteri di vigilanza e direzione, può riferire, anche con espressioni critiche ma contenute nei limiti della necessità, pertinenza e correttezza, situazioni o comportamenti rilevanti sotto il profilo disciplinare del subordinato, senza incorrere nella responsabilità per il reato di diffamazione, in quanto tale condotta rientra nell'esercizio del diritto di critica nell'interesse del corretto svolgimento del rapporto di servizio. Il potere disciplinare o di iniziativa disciplinare, connaturato al rapporto gerarchico, non può essere svuotato di contenuto, impedendo al superiore di accertare e giudicare il comportamento del sottoposto, nei limiti della continenza e del rispetto della dignità della persona.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - rel. Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. AN. N. IL (OMESSO);

contro

GU. LU. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1/2008 TRIBUNALE di POTENZA, del 16/12/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLONNESE ANDREA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI CASOLA Carlo che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Il…

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