Il diniego di concessione in sanatoria di un immobile, motivato dal rischio geologico e idrogeologico dell'area di ubicazione, accertato dall'autorità competente, è legittimo e non può essere contestato in assenza di elementi probatori idonei a confutare l'esistenza di tale rischio, non essendo sufficiente il riferimento generico all'elevata urbanizzazione della zona. L'amministrazione è tenuta a valutare con rigore l'esistenza di condizioni ostative all'edificazione, anche in relazione a vincoli di inedificabilità derivanti da piani di assetto idrogeologico, senza poter prescindere da tali presupposti di fatto, a tutela della pubblica incolumità e dell'ordinato sviluppo del territorio. Il principio di uguaglianza non impone all'amministrazione di adottare provvedimenti illegittimi o pregiudizievoli per l'interesse pubblico, in assenza di una comprovata disparità di trattamento ingiustificata. L'onere di provare l'insussistenza dei presupposti ostativi all'accoglimento dell'istanza di sanatoria grava sul richiedente, il quale non può limitarsi a contestazioni generiche, ma deve fornire elementi di prova specifici e adeguati.