Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 30250 del 3 agosto 2021

ECLI:IT:CASS:2021:30250PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di cui all'articolo 74 del D.P.R. n. 309 del 1990, è configurabile anche in assenza di un formale accordo tra gli associati, essendo sufficiente l'esistenza di fatto di una struttura organizzata tesa all'attuazione di un programma criminoso nel settore del narcotraffico, in cui si innesti il consapevole contributo apportato dal singolo nella prospettiva del perseguimento dello scopo comune. La prova del vincolo associativo e della partecipazione del singolo può essere data anche attraverso l'accertamento di "facta concludentia", quali i contatti continui tra gli associati, i rapporti di frequentazione, l'impiego di beni comuni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative utilizzate, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive. Ai fini della verifica dell'elemento soggettivo della partecipazione, non rileva la durata del periodo di osservazione delle condotte criminose, che può essere anche breve, purché dagli elementi acquisiti possa inferirsi l'esistenza di un sistema collaudato al quale gli agenti abbiano fatto riferimento anche implicito, benché per un periodo di tempo limitato. Inoltre, la sussistenza del vincolo associativo non è esclusa da situazioni anche conflittuali venutesi a creare tra singoli associati nell'ambito delle interne dinamiche del gruppo. Quanto alle esigenze cautelari, la presunzione di sussistenza delle stesse e di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, di cui all'articolo 275, comma 3, c.p.p., è prevalente, in quanto speciale, rispetto alla norma generale stabilita dall'articolo 274 c.p.p., sicché se il titolo cautelare riguarda i reati previsti dall'articolo 275, comma 3, detta presunzione fa ritenere sussistente, salvo prova contraria, i caratteri di attualità e concretezza del pericolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI SALVO Emanuele - Presidente

Dott. NARDIN Maura - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. BELLINI Ugo - Consigliere

Dott. BRUNO M. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 04/01/2021 del TRIB. LIBERTA' di LECCE;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARIAROSARIA BRUNO;
lette le conclusioni del PG Dott. PASQUALE FIMIANI.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza resa in data 4/1/2021, il Tribunale di Bari, decidendo in sede di riesame, ai sensi dell'articolo 309 c.p.p., ha confermato il provvedimento del G.i.p. del Tribunale di Lecce che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di (…

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