Il diniego di rinnovo del porto d'armi per difesa personale è illegittimo quando l'Autorità amministrativa non ha adeguatamente valutato le esigenze di sicurezza connesse all'attività lavorativa svolta dal richiedente, caratterizzata dalla necessità di maneggiare e trasportare denaro contante, e non ha congruamente motivato il provvedimento, limitandosi a suggerire rimedi alternativi che comporterebbero per il richiedente un onere eccessivo e sproporzionato, in contrasto con il principio di proporzionalità. Il possesso risalente della licenza per il porto d'armi, rilasciata da oltre vent'anni, costituisce un elemento rilevante da valutare nell'ambito del procedimento di rinnovo, in quanto indice della persistenza delle esigenze di tutela della sicurezza personale del richiedente. L'Autorità amministrativa, nell'esercizio della propria discrezionalità, non può esimersi dall'effettuare una congrua e approfondita valutazione di tutte le circostanze addotte dal richiedente a sostegno della propria istanza, senza limitarsi a considerazioni generiche o a suggerire rimedi alternativi che risultino eccessivamente onerosi per il privato.