Cassazione penale Sez. I sentenza n. 45170 del 26 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:45170PEN

Massima

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Il possesso di beni archeologici rinvenuti nel sottosuolo o sui fondali marini è da ritenersi illegittimo, salvo che il detentore non dimostri di averli legittimamente acquisiti in epoca anteriore all'entrata in vigore della legge n. 364 del 1909. Pertanto, il giudice è tenuto a valutare attentamente ogni elemento probatorio fornito dal detentore, anche sotto forma di memorie difensive, al fine di accertare la legittimità del possesso, non potendo fondare la decisione di restituzione allo Stato sulla mera assenza di indicazioni o elementi probatori concreti sulla provenienza dei beni. L'omessa valutazione di tali memorie difensive determina un vizio di motivazione dell'ordinanza, in quanto impedisce all'interessato di intervenire concretamente nel processo valutativo e ricostruttivo effettuato dal giudice, in violazione del principio del contraddittorio e del diritto di difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 5042/2013 GIP TRIBUNALE di GENOVA, del 08/10/2014;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;
lette le conclusioni del PG Dott. CEDRANGOLO Oscar, il quale ha chiesto annullarsi con rinvio l'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Giudice per le Indagini Preliminari dei Tribunale di Genova, in funzione di giudice dell'esecuzione, disposta l'archiviazione del procedimento penale promosso nei confronti di (…

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