Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23603 del 5 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23603PEN

Massima

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La legittima difesa, anche nelle forme putative o dell'eccesso colposo, non può essere riconosciuta quando l'azione omicidiaria risulta sproporzionata rispetto all'aggressività manifestata dalla vittima, essendo evidente che il movente reale dell'azione non è la necessità di difesa, ma il risentimento e il rancore accumulati nel tempo, che hanno determinato una reazione deliberata e volontaria, eccedente i limiti della legittima difesa. Inoltre, l'accettazione di una sfida reciproca, che comporta l'assunzione del rischio di uno scontro, esclude la configurabilità della legittima difesa. Infine, l'attenuante della provocazione non può essere riconosciuta quando la condotta criminosa è sorretta da uno stato d'animo di risentimento e rancore, che costituiscono la causa più profonda e determinante rispetto alla reazione epidermica del momento, essendo la sproporzione della reazione indice del prevalere di tali sentimenti rispetto alla mera provocazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 58/2012 CORTE ASSISE APPELLO di NAPOLI, del 03/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/12/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 3 mag…

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