La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: La Pubblica Amministrazione, nell'esercizio della funzione di controllo e vigilanza sui piani urbanistici comunali ai sensi dell'art. 19, comma 8, della legge provinciale n. 13/1997, può legittimamente respingere una variante al piano regolatore comunale che preveda l'istituzione di una nuova zona residenziale in un'area priva di edificazione, qualora tale previsione sia ritenuta in contrasto con le norme di tutela paesaggistica e ambientale, nonché con i principi di razionale organizzazione del territorio, in quanto comporterebbe fenomeni di dispersione insediativa e di compromissione del paesaggio, senza che l'interesse pubblico sotteso all'intervento edilizio risulti adeguatamente motivato e prevalente rispetto alle esigenze di salvaguardia del territorio. La Pubblica Amministrazione, nel valutare la legittimità della variante urbanistica, non è vincolata da eventuali valutazioni positive espresse in via informale da propri uffici tecnici, dovendo invece attenersi agli esiti di specifici pareri tecnici ufficialmente resi dagli organi competenti in materia paesaggistica e ambientale.