Cassazione penale Sez. III sentenza n. 16569 del 19 aprile 2023

ECLI:IT:CASS:2023:16569PEN

Massima

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Il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 si configura quando sussiste un vincolo associativo di carattere duraturo e permanente tra tre o più persone, con un substrato organizzativo anche minimo, finalizzato alla commissione di più delitti in materia di stupefacenti. L'elemento essenziale è l'accordo associativo, che crea un vincolo permanente derivante dalla consapevolezza di ciascun associato di far parte del sodalizio e di partecipare, con un contributo causale, alla realizzazione di un programma criminoso duraturo, a prescindere dalla rilevanza degli elementi organizzativi, che sono richiesti solo per comprovare l'esistenza dell'accordo. Il ruolo di organizzatore all'interno dell'associazione può essere desunto da elementi quali la continuità e la costanza dei contatti tra gli associati, i frequenti viaggi per il rifornimento della droga, l'utilizzo di basi logistiche e di mezzi per eludere i controlli, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso secondo modalità collaudate, lo scambio di utenze e l'adozione di un linguaggio convenzionale. La partecipazione all'associazione può essere provata anche attraverso il contributo fornito dal singolo associato alla realizzazione dei reati-fine, purché tale contributo sia stabile e consapevole. Ai fini della configurabilità del reato associativo, non è necessaria la prova di un programma criminoso stabile e continuativo nel tempo, essendo sufficiente l'accertamento di un accordo finalizzato alla commissione di più delitti in materia di stupefacenti, anche se realizzati in modo episodico. Inoltre, il ruolo di organizzatore non può essere escluso per il solo fatto che l'attività di spaccio sia stata gestita in modo autonomo dai singoli partecipi, senza una stabile e continuativa collaborazione tra loro, essendo sufficiente che il contributo di ciascuno, anche se non coordinato, sia stato consapevolmente finalizzato alla realizzazione del programma criminoso comune. Infine, ai fini della concessione delle attenuanti della collaborazione processuale, è necessario che il contributo del reo sia completo ed esaustivo, comportando la sottrazione all'attività criminosa di risorse umane, finanziarie o di stupefacente, e risultando in concreto utile e proficuo per il contrasto delle attività illecite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. DI NICOLA Vito - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30-09-2020 della Corte di appello di Firenze;
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso trattato ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, con discussione orale;
udita la relazione del Consigliere Di Nicola Vito;
letta la requisitoria del Pro…

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