Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6373 del 16 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:6373PEN

Massima

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La mancata identificazione completa del querelante non comporta l'invalidità della querela, qualora risulti comunque accertata la sua identità in base agli atti procedimentali, come desumibile dalla sequenza logica e documentale delle fasi processuali. L'identificazione del querelante, infatti, non è necessaria ove egli sia persona nota al verbalizzante, non potendosi in tal caso nutrire alcun dubbio sulla sua identità. La carenza del verbalizzante nel riportare compiutamente i dati identificativi del querelante non può pertanto ritorcersi a suo danno, essendo onere dell'organo procedente accertare l'identità della persona offesa sulla base degli elementi complessivamente acquisiti. In tali ipotesi, la querela deve ritenersi validamente proposta, con conseguente obbligo del giudice di pronunciarsi nel merito dell'imputazione, senza poter dichiarare il non doversi procedere per difetto di querela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI SALERNO, nei confronti di:

1) GU. VI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 11/2008 GIUDICE DI PACE di ROCCADASPIDE, del 27/03/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. AMATO Alfonso;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI CASOLA Carlo che ha concluso per l'ann.to c.r.;

udito, per la parte civile, avv. Di Muro…

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