Il provvedimento di demolizione di opere edilizie realizzate senza il necessario titolo abilitativo è legittimo anche quando si tratti di manufatti mobili, quali le "case mobili" collocate in strutture turistico-ricettive, qualora tali manufatti non siano destinati a soddisfare esigenze meramente temporanee, ma risultino invece funzionali a un utilizzo prolungato nel tempo, ancorché intervallato da pause stagionali. In tali ipotesi, infatti, i manufatti devono essere qualificati come "nuove costruzioni" ai sensi dell'art. 3, comma 1, lett. e.5) del D.P.R. n. 380/2001, con la conseguente necessità del previo rilascio del permesso di costruire. Il principio del legittimo affidamento non può essere invocato a tutela di una situazione di fatto abusiva, non potendo il mero decorso del tempo o l'adozione di atti amministrativi estranei alla valutazione della regolarità urbanistica (quali il pagamento di imposte e tasse) legittimare la conservazione di opere realizzate in assenza del necessario titolo edilizio. Parimenti, la pendenza di un procedimento di condono o di accertamento di conformità ex art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 non impedisce l'adozione di un provvedimento di demolizione, qualora le opere oggetto di tali procedimenti non corrispondano a quelle accertate come abusive. Infine, l'ordinanza di demolizione non richiede una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico, né una comparazione con gli interessi privati coinvolti, essendo finalizzata al mero ripristino della legalità oggettiva violata dall'abuso, senza che rilevi la durata del periodo di tolleranza dell'amministrazione.