Il condominio, quale soggetto legittimato a stare in giudizio per la tutela delle parti comuni, è tenuto a dare tempestiva notizia all'assemblea condominiale della citazione ricevuta e dei provvedimenti giudiziali che esulano dai suoi poteri di amministrazione ordinaria, ai sensi dell'art. 1131, commi 2 e 3, c.c. In tali ipotesi, l'amministratore può costituirsi in giudizio e impugnare la sentenza sfavorevole senza la preventiva autorizzazione dell'assemblea, ma deve ottenerne la necessaria ratifica del suo operato per evitare la pronuncia di inammissibilità dell'atto di costituzione o di impugnazione. Il mancato adempimento di tale onere determina l'inammissibilità del ricorso proposto dal condominio, in quanto privo della capacità processuale ex art. 75 c.p.c. Ciò vale anche nel caso in cui il condominio ricorrente non abbia provveduto a depositare l'autorizzazione assembleare entro il termine concesso dalla Corte, non rilevando a tal fine la circostanza che la comunicazione della Cancelleria contenesse un riferimento erroneo all'omessa integrazione del contraddittorio, atteso che tale indicazione non ha in alcun modo inciso sul diritto di difesa della parte.