Il falso materiale e l'uso di esso, realizzati al fine di ottenere indebitamente prestazioni previdenziali, integrano il reato di truffa aggravata, anche quando l'attività lavorativa sottostante sia stata effettivamente svolta, poiché ciò che rileva è il rispetto dei termini e delle modalità previste per la presentazione della relativa documentazione. L'ingiusto profitto sussiste in ragione del vantaggio economico conseguito dagli imputati, a prescindere dall'effettiva spettanza delle prestazioni richieste, essendo sufficiente che le falsità abbiano indotto l'ente previdenziale a provvedere in senso favorevole. La valutazione delle circostanze attenuanti generiche, pur riconosciute, può essere effettuata in termini di equivalenza rispetto all'aggravante della truffa, senza che ciò comporti un ingiustificato beneficio per gli imputati, quando la pena risulti comunque congrua in relazione alla gravità del fatto e alla colpevolezza degli stessi.