Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15794 del 8 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15794PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, richiede o accetta denaro o altra utilità per omettere o ritardare atti del suo ufficio, ovvero per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio, commette il reato di concussione. Tale condotta è punita in quanto lede il principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, nonché la fiducia dei cittadini nell'esercizio della funzione pubblica. La responsabilità penale del pubblico ufficiale concussore sussiste anche quando egli agisca in concorso con un altro pubblico ufficiale, essendo sufficiente che il soggetto passivo sia consapevole della natura illecita della richiesta e della finalità di indebito vantaggio perseguita dai pubblici agenti. L'accertamento della responsabilità penale non richiede la prova di un'attività materiale di costrizione o minaccia, essendo sufficiente la mera prospettazione di un danno o di un pregiudizio, anche solo potenziale, che induca il privato a cedere alla richiesta illecita per evitare conseguenze sfavorevoli. Pertanto, il pubblico ufficiale che, abusando del proprio ruolo, richieda o accetti denaro o altra utilità per omettere o ritardare atti del proprio ufficio, ovvero per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio, anche in concorso con altro pubblico ufficiale, commette il reato di concussione, a prescindere dall'effettiva realizzazione di un danno o pregiudizio in capo al privato, essendo sufficiente la mera prospettazione di un possibile pregiudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 27/09/2011 della Corte di appello di Napoli;

visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CONTI Giovanni;

udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

uditi per il ricorrente i difensori avvocati (OMISSIS) e (OMISSIS), che hanno concluso per l'acc…

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