Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9249 del 9 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:9249PEN

Massima

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La presunzione assoluta di adeguatezza della custodia cautelare in carcere per il delitto di omicidio volontario non è conforme ai principi costituzionali, in quanto impedisce la valutazione delle specifiche circostanze del caso concreto e la possibilità di applicare misure meno afflittive, ove queste siano idonee a soddisfare le esigenze cautelari. Il giudice è tenuto a valutare attentamente tutti gli elementi rilevanti, come la costituzione spontanea dell'indagato, la confessione e la successiva condotta collaborativa, al fine di selezionare la misura cautelare più adeguata e proporzionata, nel rispetto dei principi di ragionevolezza, di presunzione di non colpevolezza e di finalità rieducativa della pena sanciti dalla Costituzione. La valutazione della gravità del fatto e del pericolo di recidiva non può prescindere dall'esame delle peculiarità del caso concreto e delle concrete modalità di commissione del reato, senza limitarsi ad astratte considerazioni sulla efferatezza o sulla premeditazione. Inoltre, il giudice deve esaminare compiutamente la richiesta di sostituzione della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari, motivando adeguatamente le ragioni per le quali ritiene tale misura non idonea a soddisfare le esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. VI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 449/2010 TRIB. LIBERTA' di TRIESTE, del 07/10/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Udito, altresi', in camera di consiglio il Pubblico Ministero in persona del Dott. ((omissis)), sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte suprema, il quale ha concluso per il rigetto del ricorso e per la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

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