Cassazione penale Sez. IV ordinanza n. 50811 del 8 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:50811PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare i ricorsi proposti avverso la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, è tenuto a verificare la sussistenza dei soli motivi di impugnazione tassativamente previsti dall'art. 448 c.p.p., comma 2-bis, che riguardano esclusivamente l'espressione della volontà dell'imputato, il difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, l'erronea qualificazione giuridica del fatto e l'illegalità della pena e delle misure di sicurezza. Pertanto, i ricorsi che tendono a una rivalutazione del fatto storico e delle conclusioni in punto di diritto, non rientrando tra i motivi consentiti, devono essere dichiarati inammissibili, con conseguente condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PICCIALLI Patrizia - Presidente

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

Dott. NARDIN Maura - Consigliere

Dott. BELLINI Ugo - Consigliere

Dott. PICARDI Francesca - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/05/2018 del TRIBUNALE di RAVENNA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa PICARDI FRANCESCA.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Il Tribunale di Ravenna ha applicato, ai sensi dell'articolo 444 cod. proc. pen., a (OMISSIS) la pena sospesa di mesi quattro ed Euro 200,00 di multa e a (OMISSIS) la pena di mesi sei ed Euro 400,00 di multa per il reato di cui all'articolo 624 cod. pen. (17 dicembre 2014).

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