Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31298 del 29 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:31298PEN

Massima

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Il diritto di critica e di denuncia nei confronti di magistrati non può essere esercitato in modo arbitrario e diffamatorio, ma deve rispettare i limiti della continenza formale e della verità sostanziale dei fatti esposti. Pertanto, la mera convinzione soggettiva dell'imputato circa l'esistenza di irregolarità da parte dei magistrati non è sufficiente a integrare il reato di calunnia, essendo necessario che le accuse rivolte descrivano effettivamente ipotesi di reato. Tuttavia, qualora le dichiarazioni, pur non configurando un reato, presentino aspetti diffamatori, il giudice deve valutare la possibilità di una diversa qualificazione giuridica del fatto, procedendo eventualmente alla modifica dell'imputazione, anziché all'assoluzione dell'imputato per insussistenza del reato. In tali casi, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la propria decisione, esaminando attentamente tutti gli elementi di fatto e di diritto rilevanti ai fini della corretta qualificazione giuridica della condotta, al fine di assicurare il rispetto del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

GR. An. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza della Sesta Sezione della Corte di Cassazione;

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. MANNINO S. F..

OSSERVA IN FATTO E DIRITTO

Con sentenza del 25 febbraio 2005 il Tribunale di Napoli dichiarava Gr. An. colpevole del reato previsto dall'articolo 368 c.p., commesso incolpando falsamente tre magistrati di Salerno di vari abusi d'ufficio, e lo condannav…

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