Il tentativo di frode in commercio è integrato dalla detenzione di prodotti alimentari congelati o surgelati in un esercizio commerciale, senza che tale stato di conservazione sia indicato nel menu destinato alla clientela, in quanto tale condotta costituisce una proposta contrattuale ingannevole rivolta al pubblico, idonea a indurre in errore i consumatori sulla qualità degli ingredienti utilizzati, a prescindere dall'effettiva conclusione di una trattativa con i clienti. La mancata indicazione nel menu della natura congelata o surgelata di alcuni ingredienti dimostra l'univocità e l'idoneità dell'azione posta in essere dall'esercente ai fini della configurabilità del tentativo di frode in commercio, atteso che l'attività del detentore è finalizzata all'offerta al pubblico, per cui non è necessario che si instauri un rapporto concreto con il cliente, essendo sufficiente la semplice predisposizione della lista delle vivande senza la dovuta informazione. Pertanto, la detenzione di prodotti alimentari congelati o surgelati in un esercizio commerciale, senza la relativa indicazione nel menu, integra il reato di tentativo di frode in commercio, in quanto tale condotta costituisce una proposta contrattuale ingannevole rivolta al pubblico, idonea a indurre in errore i consumatori sulla qualità degli ingredienti utilizzati, a prescindere dall'effettiva conclusione di una trattativa con i clienti. Tale principio è affermato dalla consolidata giurisprudenza di legittimità, che ritiene sufficiente la semplice predisposizione della lista delle vivande senza la dovuta informazione, in quanto l'attività del detentore è finalizzata all'offerta al pubblico.