Il terzo proprietario di un bene sottoposto a sequestro probatorio deve conferire una procura speciale al proprio difensore per proporre ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di convalida del sequestro, non essendo sufficiente la sola nomina a sostituto processuale. La mancanza di tale procura speciale comporta l'inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle Ammende, in assenza di ragioni per l'esonero. Il giudice di legittimità non può supplire al difetto di rappresentanza mediante l'applicazione dell'art. 182 c.p.p., comma 2, in quanto tale disposizione non trova applicazione in materia di misure cautelari reali. La motivazione del decreto di convalida del sequestro deve indicare specificamente le esigenze probatorie che giustificano il mantenimento del vincolo reale, non essendo sufficiente l'utilizzo di formule stereotipate o generiche. La carenza di motivazione non può essere sanata mediante la presentazione di memorie integrative in sede di riesame.