Mentre, in linea di principio, non è concepibile un falso ideologico negli atti negoziali o a contenuto dispositivo, in quanto essi consistono in manifestazioni di volontà, cioè in fatti naturalisticamente sempre veri, tuttavia anche negli atti negoziali è configurabile una falsità ideologica, quando la falsa attestazione cada sul contenuto non dispositivo, non solo esplicito, ma anche implicito, dell'atto, vale a dire su fatti - giuridicamente rilevanti - necessariamente presupposti, fatti i quali pure rientrano nella funzione probatoria del documento e nel correlativo obbligo di veridicità del pubblico ufficiale. (Fattispecie in tema di emissione, da parte del privato autorizzato, di bollette di accompagnamento di merci intestate ad apparenti destinatari. La falsità è stata ravvisata nella simulazione assoluta della vendita - agli apparenti destinatari - implicitamente attestata nella bolletta, e cioè nell'avere il privato autorizzato implicitamente assunto nella bolletta, come presupposto di fatto esistente, il negozio di vendita assolutamente simulato, quindi in contrasto con la realtà, dal momento che il negozio relativo alla stessa merce risultava già stipulato ed eseguito con parti diverse).