Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2294 del 16 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:2294PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando la condotta dell'agente, anche attraverso l'utilizzo di espressioni ormai entrate nell'uso comune, sia idonea a limitare la libertà psichica della persona offesa, prospettandole il pericolo di un male ingiusto, senza che sia necessario il concreto verificarsi di uno stato di intimidazione in capo alla vittima, essendo sufficiente l'attitudine della condotta ad intimorire. L'indeterminatezza del male minacciato non esclude la configurabilità del reato, purché tale male sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente, anche in considerazione del contesto in cui le espressioni sono state pronunciate e della capacità dell'agente di poter influire negativamente sulla persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 18/2011 TRIBUNALE di BRINDISI, del 09/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO PAOLO GIOVANNI;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dott. DELEHAYE Enrico, ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) e' stato condannato dal giudice di pace di Sa…

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