Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31631 del 9 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:31631PEN

Massima

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Il reato di truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione si configura anche quando il soggetto attivo sia creditore del soggetto passivo, in quanto l'elemento che qualifica il profitto come illecito è costituito dall'induzione in errore del disponente che, in assenza del raggiro, non avrebbe compiuto l'atto depauperativo del proprio patrimonio, a prescindere dalla circostanza che il truffatore fosse obbligato nei confronti del truffato. Ai fini della valutazione del pericolo di reiterazione del reato, assume rilievo la sistematicità della condotta fraudolenta e la particolare accondiscendenza del prevenuto nei confronti di chiunque fra i dipendenti intendesse adottare la medesima condotta, nel quadro di una sorta di mercato di scambio di favori illeciti e di condotte agevolatrici reciproche, anche se ciò non giustifica necessariamente l'adozione di una misura cautelare personale restrittiva della libertà, potendo essere sufficiente, per scongiurare la reiterazione del reato, la recisione del rapporto di lavoro mediante l'adozione di una misura interdittiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Lecce del 7 dicembre 2010, n. 958 dal Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi e da:

Tu. Ma. , nata a (OMESSO).

Sentita la relazione svolta, in camera di consiglio, dal consigliere Dott. ((omissis));

udito il difensore avv. Massari Ladislao, del Foro di Brindisi, che ha concluso per l'accoglimento del proprio ricorso ed ha chies…

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