Cassazione penale Sez. V sentenza n. 47517 del 10 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:47517PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'agente, anche attraverso reiterate minacce o molestie, cagiona nella vittima un grave e perdurante stato di ansia o di paura, idoneo a comprimerne la libertà di autodeterminazione, a prescindere dall'effettivo mutamento delle sue abitudini di vita. La prova dell'evento del reato può desumersi dalle dichiarazioni della persona offesa, dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta dell'agente e dalla valutazione della concreta idoneità della condotta a determinare il turbamento psicologico della vittima, anche in relazione alle effettive condizioni di luogo e di tempo in cui è stata posta in essere. Ai fini della determinazione della pena, il giudice deve fornire adeguata motivazione circa la mancata concessione della sospensione condizionale, valutando concretamente la personalità dell'imputato e la sua prognosi di non recidiva, senza basarsi su mere presunzioni di pericolosità sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. MORELLI Frances - rel. Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. SCARLINI V. E. S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/06/2015 della CORTE APPELLO di SALERNO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso udito in PUBBLICA UDIENZA del 07/07/2016, la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCA MORELLI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Oscar CEDRANGOLO che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte d'Appello di Salerno ha confermato la sentenza del Tribunale di Sale…

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