Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1600 del 16 gennaio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:1600PEN

Massima

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Il porto di strumenti atti ad offendere, di cui all'art. 4, comma 2, della L. n. 110 del 1975, richiede non solo l'assenza di giustificato motivo, ma anche la concreta possibilità di utilizzo di tali strumenti per l'offesa alla persona, quale presupposto autonomo della fattispecie. Pertanto, quando il soggetto è stato convinto ad uscire dalla propria abitazione per esigenze di contenimento di un suo istinto suicidario, e non per sua iniziativa, viene meno il requisito della pericolosità oggettiva e di potenziale utilizzo a finalità lesive di terzi, escludendo la configurabilità del reato. In tali casi, infatti, sussiste un rilevante dubbio sulla piena consapevolezza del possesso dello strumento atto ad offendere, essendo prevalente l'intento autolesionistico, che esclude la caratteristica di pericolosità oggettiva richiesta dalla norma incriminatrice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. SARACENO Rosa Anna - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesc - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/12/2018 del TRIBUNALE di PORDENONE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. RAFFAELLO MAGI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. COCOMELLO ASSUNTA che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con sentenza emessa in data 2 dicembre 2018 il Tribunale di Pordenone ha affermato la penale…

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