Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è che le misure cautelari, anche quelle meno gravose previste dagli artt. 281, 282 e 283 c.p.p., possono essere disposte dal giudice solo a seguito di espressa richiesta del pubblico ministero, il quale deve prospettare gli elementi a sostegno della necessità della misura per ragioni probatorie o di prevenzione sociale. L'omessa previa enunciazione o acquisizione della domanda cautelare del pubblico ministero determina la nullità assoluta e insanabile del provvedimento applicativo della misura cautelare disposto ex officio dal giudice, ai sensi dell'art. 178, comma 1, lett. b), c.p.p. Ciò vale sia nella fase delle indagini preliminari in senso stretto, sia nelle fasi successive del giudizio ovvero in ogni altra fase incidentale, in quanto il canone della domanda cautelare del pubblico ministero esplica la sua efficacia in ogni stato e grado del processo. Ne consegue che il giudice non può disporre misure cautelari, anche meno gravose, in assenza di espressa richiesta del pubblico ministero, a pena di nullità del provvedimento.