Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10433 del 6 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:10433PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel confermare la sentenza di condanna per il reato di minacce gravi, afferma che le dichiarazioni accusatorie della persona offesa, se sottoposte ad attento controllo di credibilità oggettiva e soggettiva, possono da sole sorreggere un giudizio di responsabilità penale, senza necessità di ulteriori riscontri esterni, quando non vi siano ragioni di dubitare della loro attendibilità. Inoltre, il giudice precisa che il nuovo regime prescrizionale introdotto dalla legge n. 251 del 2005, che prevede un termine di prescrizione più breve per i reati puniti con pena pecuniaria, non trova applicazione nel caso di procedimenti di appello e di cassazione, in virtù della disciplina transitoria e della sentenza della Corte Costituzionale n. 393 del 2006, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della norma limitatamente ai processi già pendenti in primo grado ove vi sia stata la dichiarazione di apertura del dibattimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 24.5.2007 da:

DE. FR. Lu. Ca., nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Firenze del 20 febbraio 2007;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis)) BRUNO;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in sede, in persona del Sostituto Dr. ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PR…

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