Il dolo nel tentativo di reato, in particolare di omicidio, deve essere accertato attraverso un rigoroso procedimento indiziario che valuti le circostanze esteriori e le modalità concrete della condotta, senza ricorrere a schemi presuntivi. Pur non essendo necessario il dolo intenzionale, è richiesto un dolo diretto, caratterizzato dalla previsione e accettazione dell'evento come conseguenza altamente probabile, valutata in relazione alle modalità dell'azione. Pertanto, qualora le modalità della condotta, come la direzione e l'altezza dei colpi esplosi, non siano univocamente espressive di una volontà omicidiaria, ma piuttosto di una finalità minacciosa e dimostrativa, non può ritenersi integrato il tentativo di omicidio, dovendosi invece configurare il reato di minaccia aggravata. L'accertamento dell'elemento soggettivo del reato, essendo relativo a un fenomeno interiore, richiede un procedimento inferenziale particolarmente complesso, che parta dai dati fattuali esterni per risalire all'atteggiamento psicologico dell'agente.