Il mancato rilascio di un provvedimento amministrativo, come la concessione edilizia, non comporta automaticamente il diritto al risarcimento del danno, qualora l'annullamento giurisdizionale di tale provvedimento sia avvenuto per vizi formali, come il difetto di motivazione o di istruttoria. In tali casi, infatti, l'annullamento non vincola l'amministrazione a riconoscere all'interessato quanto da lui richiesto, poiché il vizio formale non impedisce il riesercizio del potere amministrativo. Pertanto, la domanda risarcitoria può essere accolta solo all'esito del nuovo procedimento amministrativo, qualora l'interessato dimostri la spettanza del bene della vita negato. Il mero annullamento per vizi formali non è sufficiente a configurare un danno ingiusto risarcibile ai sensi dell'art. 2043 c.c., essendo necessario che il giudicato di annullamento abbia riconosciuto all'interessato la titolarità del bene della vita di cui è stata privato. Tale principio si applica anche nell'ipotesi di mancato rilascio di un permesso di costruire, in cui l'annullamento per difetto di motivazione o di istruttoria non comporta automaticamente il diritto al risarcimento, dovendo l'interessato dimostrare la spettanza del bene della vita negato.