Il pericolo di reiterazione del reato, desumibile dalla frequente e non occasionale commissione di condotte delittuose della stessa specie di quelle per cui si procede, giustifica l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, anche in presenza di un reato punito con pena edittale inferiore ai quattro anni di reclusione, in quanto tale limite inibitorio è previsto solo per la custodia cautelare in carcere e non per gli arresti domiciliari. La concreta prospettazione di tale pericolo di recidiva si pone in logica contraddizione con la prognosi favorevole sulla concessione della sospensione condizionale della pena, la cui applicabilità presuppone la presunzione di un futuro comportamento illibato del condannato, essendo tale beneficio finalizzato alla funzione rieducativa e special-preventiva della pena, che risulterebbe vanificata ove sussista il pericolo di reiterazione del reato già in fase cautelare.