Il permesso di soggiorno per attesa occupazione può essere negato o revocato quando lo straniero non dimostri di aver svolto in passato un'attività lavorativa regolare e produttiva di un reddito adeguato, ovvero quando il rapporto di lavoro dichiarato risulti fittizio per l'insufficienza reddituale del datore di lavoro, non essendo ammissibile il rinnovo del titolo di soggiorno in caso di prolungata disoccupazione o occupazione irregolare. L'Amministrazione, nel valutare la spettanza del permesso di soggiorno per attesa occupazione, deve tenere conto dei periodi di inattività lavorativa pregressi, computandoli nel termine annuale concesso dalla legge, in quanto la ratio della norma è quella di tutelare il soggetto che ha perso il proprio posto di lavoro e non di ovviare all'insufficienza del reddito prodotto attraverso l'attività lavorativa regolarmente esercitata. Pertanto, lo straniero che abbia già "consumato" l'intero periodo di attesa occupazione non può permanere in Italia fino al momento in cui abbia reperito una nuova occupazione, in quanto ciò determinerebbe un'indebita protrazione del permesso di soggiorno oltre i limiti temporali previsti dalla legge.