Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12612 del 21 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:12612PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso richiede la prova di un contributo causale concreto e significativo all'attività dell'organizzazione criminale, non essendo sufficiente la mera vicinanza o la sporadica frequentazione di alcuni suoi membri. Pertanto, la condanna per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. deve essere sorretta da una motivazione che individui con precisione il ruolo svolto dall'imputato all'interno dell'associazione, le sue specifiche attività e il periodo di tempo in cui tale partecipazione si è concretizzata, non potendo desumersi la responsabilità dalla sola detenzione di armi per conto del sodalizio o dalla generica presenza in occasione di riunioni operative. La mera partecipazione all'attività di spaccio di stupefacenti, pur se svolta nell'interesse dell'associazione mafiosa, non è di per sé sufficiente a integrare il reato di cui all'art. 416-bis c.p., essendo necessario un contributo più ampio e qualificato alla vita dell'organizzazione criminale. La motivazione della sentenza di condanna per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa deve pertanto essere adeguatamente articolata e puntuale nel descrivere il ruolo e il contributo specifico dell'imputato, non potendo basarsi su elementi indiziari generici o equivoci.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Presidente

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. VANNUCCI Marco - rel. Consigliere

Dott. SARACENO Rosa Anna - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/02/2017 della CORTE APPELLO di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MARCO VANNUCCI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. LOY MARIA FRANCESCA che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa il 19 maggio 2015, a definizione di processo svoltosi nelle forme del giudizio …

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