Consiglio di Stato sentenza n. 7963 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:7963SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo di annullamento in autotutela di un titolo edilizio rilasciato in precedenza è legittimo anche se adottato oltre il termine di 18 mesi previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, qualora l'errore dell'amministrazione sia stato determinato da false dichiarazioni o comportamenti dolosi del privato, in quanto in tali ipotesi non può configurarsi un legittimo affidamento meritevole di tutela. Pertanto, il limite temporale di 18 mesi per l'esercizio del potere di autotutela non trova applicazione quando il provvedimento favorevole al privato sia stato conseguito sulla base di false rappresentazioni dei fatti o di dichiarazioni mendaci, anche se non direttamente imputabili al soggetto che ne ha beneficiato, purché questi abbia comunque concorso, anche solo agevolandolo, a trarre in inganno l'amministrazione, senza informarla tempestivamente. In tali casi, l'interesse pubblico alla rimozione dell'atto illegittimo, adottato in violazione di norme imperative, prevale sull'affidamento del privato, il quale non può invocare la tutela del legittimo affidamento quando il provvedimento favorevole sia stato conseguito grazie al suo contributo, anche indiretto, all'induzione in errore dell'amministrazione. L'amministrazione, pertanto, non è vincolata al rispetto del termine di 18 mesi per l'annullamento d'ufficio, potendo procedere alla rimozione dell'atto anche oltre tale termine, purché l'errore sia stato determinato da false dichiarazioni o comportamenti dolosi del privato, anche se non direttamente imputabili a quest'ultimo. L'interesse pubblico alla legittimità degli interventi edilizi e all'eliminazione di titoli abusivamente conseguiti costituisce un valido presupposto per l'esercizio del potere di autotutela, anche oltre il termine di 18 mesi, quando il provvedimento favorevole al privato sia stato ottenuto grazie a false rappresentazioni dei fatti o dichiarazioni mendaci, anche se non direttamente ascrivibili al beneficiario.

Sentenza completa

Pubblicato il 25/08/2023

N. 07963/2023REG.PROV.COLL.

N. 06949/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6949 del 2019, integrato da motivi aggiunti, proposto da
R.D. Service S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Sandro Franciosa, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Roma Capitale, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avv. Andrea Camarda, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via del Tempio di Giove 21e dall’Avv. Umberto Garofoli, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto p…

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